NON ESISTE IL FEMMINILE DI GENIO MA ESISTONO DONNE GENIALI




La bellezza fisica in quanto materia è la parte più bassa della donna, la vera bellezza risiede nella mente. Occorre uno sforzo continuo per raggiungere l’ elevazione alla conoscenza. In una vita intera ci sarà sempre da apprendere e imparare.

Rita Levi Montalcini, Nobel nel ’86, in uno dei suoi libri “ Le tue antenate” racconta la storia di 70 casi di donne – genio partendo da Ipazia. Un numero davvero esiguo, dal IV sec. d. C. ad oggi, che si spiega con il fatto che le donne prima non avevano accesso alla cultura. Fino alla metà del secolo scorso l’ Università non era aperta alle donne. Milena Maric, prima moglie di Einsten ne è una prova, fu costretta ad emigrare in Svizzera dove alla Facoltà di medicina di Zurigo era l’ unica donna in corso del suo anno e la quinta donna ad essere ammessa nella storia di quell’ Ateneo. La prima donna al mondo laureata fu l’ Italiana Elena Corsaro Piscopia nel 1678 in Filosofia all’ Università di Padova. Il suo fu un caso raro e un privilegio ottenuto grazie all’ influenza del padre, dopo di lei non fu permesso ad alcuna altra donna. Una storia affascinante, del genio femminile e della grandissima volontà di studiare e comprendere i fenomeni scientifici sfidando i pregiudizi culturali e sociali del tempo, è quella di Marie- Sophie Germani, matematica francese che fu costretta ad iscriversi all’ Università fingendosi un ragazzo, sotto il pseudonimo Antoine- August Le Blanc. Oggi la situazione sembra molto cambiata, una conferma dell’ apertura della ricerca scientifica verso le donne è testimoniata dai Nobel, di quest’ anno, conferiti a ben 5 donne, non era mai successo e per questo è una grande conquista. Il Nobel, dal 1901, viene consegnato a persone che si sono distinte per l’ eccellenza in vari campi. Il 10 dicembre saliranno sul palco di Stoccolma: Herta Muller ( per la letteratura), Elizabeth Blackburn e Carol W. Greinder ( per la ricerca medica), Ada E. Yonath ( per la chimica), ed Elionor Ostrom ( la prima donna a vincere il Nobel per l’ economia).
Davvero una grande conquista per noi che abbiamo dimostrato di non essere il “sesso debole”. Da pochi giorni è uscito in Spagna un film su Ipazia, realizzato da Alejandro Amenabar, che in Italia non vedremo mai, per non diffondere e far conoscere le torture che per anni la chiesa ha inferto ai geni della scienza, non solo ai danni di donne, ma come ben sappiamo, anche tantissimi uomini illustri. Quando la chiesa aprirà gli occhi al progresso culturale, sociale e scientifico?


IPAZIA la più famosa ‘martire’ del pensiero libero dopo Giordano Bruno
Ipazia è un importante figura di riferimento per tutte le donne, le sue notizie non sono dirette ma tra varie fonti è possibile tracciare la sua sorprendente storia. Ipazia è una donna bellissima ed è la prima ricercatice donna della storia. Ci troviamo ad Alessandria d’ Egitto nel IV sec. d.C., è figlia del matematico Teone che la indirizzerà verso gli studi scientifici. Diventerà presto insegnante ma non si fermerà nel suo percorso di studio, interessandosi all’ astronomia e alla filosofia. Per molti sarà considerata la caposcuola del Platonismo, dopo Platone e Plotino, mettendo in luce la sua bravura nel passare dalla semplice erudizione alla sapienza filosofica. Inventerà l’ astrolabio e il planisfero è porterà i suoi studi per le vie della città. Molto presto il suo genio comincerà a suscitare l’invidia dei colleghi maschi, in quanto all’ epoca non era possibile che una donna, considerata geneticamente inferiore agli uomini nella scienza, potesse superare o peggio inficiare i risultati delle ricerche ottenuti dai colleghi maschi. Non c’ era spazio per donne come lei, il più delle volte viste come streghe, e il Vescovo Cirillo decise di farla uccidere ad opera di un gruppo di fanatici cristiani. Il suo corpo venne fatto a pezzi e bruciato per non lasciare alcuna traccia della sua presenza.

MARIE SKOTODOWSKA – CURIE : « Nella vita non c’ è nulla da temere, solo da capire».
Nasce A Varsavia nel 1832, si laurea all’ Università Sorbona di Parigi dove conoscerà il futuro marito, Pierre Curie. E’ la prima donna ad insegnare all’ Università parigina e prima donna a ricevere un Nobel anzi due, 1903 per la Fisica grazie agli studi sui fenomeni radioattivi, e per la chimica nel 1911 per la scoperta del radio e del plotonio. Durante la prima guerra mondiale sostenne l’ uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Morì di leucemia dovuta con molta probabilità all’ esposizione alle radiazioni durante i suoi lunghi anni di lavoro. Un anno dopo la sua morte, nel 1935, sua figlia Irène Joliot Curie vicerà anch’ essa un nobel per la chimica. Nel 1995 le spoglie di Marie Curie vengono trasferite sotto la cupola del Pantheon di Parigi in segno di onore per i suoi meriti. I suoi appunti di laboratorio sono considerati pericolosi a causa della loro esposizione alla radioattività, sono conservati in scatole piombate e per consultarli occorrono delle protezioni.

RITA LEVI MONTALCINI : « Il corpo faccia ciò che vuole io sono la mente ».
Nasce a Torino nel 1909, si laurea nel 1936 e continua la sua carriera accademica come assistente e ricercatrice in neurobiologia e pisichiatria. Nel 1938 a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista è costretta ad emigrare in Belgio, ma la sua passione per la ricerca la spinge a continuare i suoi studi in un laboratorio fatto in casa. I suoi primi studi sono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa un trentennio prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 le viene conferito il Premio Nobel per la Medicina. Nella motivazione del Premio si legge: "La scoperta del NGF all'inizio degli anni '50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo". Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario. L'obiettivo è quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese. Nel 2001 è stata nominata Senatrice a vita.

MARGHERITA HACK: «Io non credo assolutamente né a Dio, né all’anima, né all’aldilà: l’anima è nel nostro cervello».
Nasce a Firenze nel 1922, si laurea nel 1945, diventerà professoressa di astronomia e dirigerà fino al 1987 l’ osservatorio Astronomico di Trieste portandolo a rinomanza internazionale, sarà la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia. Contribuisce alla ricerca per la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Per lungo tempo è stata membro dell’ ESA e della NASA. Ha pubblicato più di 250 lavori e nel 1978 fonda la rivista L'Astronomia che dirige tuttora. Nel 1980 riceve il premio Accademia dei Lincei e nel 1987 il premio Cultura della Presidenza dei Consiglio. È membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society. Nel 1992 la scienziata è andata fuori ruolo per anzianità ma ha continuato l'attività di ricerca. Dal 1997 è in pensione, ma dirige ancora il Centro Interuniversitario Regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia (CIRAC) di Trieste e si dedica a incontri e conferenze al fine di "diffondere la conoscenza dell'Astronomia e una mentalità scientifica e razionale".

1 commento: