CENTO E SOLO CENTO ANNI FA

Correva l' anno 1909 e dalla penna di Filippo Tommaso Marinetti prendeva corpo il Manifesto Futurista, espressione di rottura con il passato e voglia di guardare avanti.
Anni segnati da fortissimi squilibri e tensioni internazionali, contraddistinti dal rifiuto del positivismo, crisi delle certezze, rinnovamento della matematica, della fisica e della medicina.
L' uomo inizia a rifiutare la ragione come unico mezzo di conoscenza della realtà, tutto è in discussione....
Il primo aereo già è volato da un pò di anni, percorendo trentasei metri in dodici secondi, con lui volano la voglia di riscattarsi, di liberarsi, la bellezza della velocità, l' uomo ora può farlo.
Il futurismo rapresenterà un rinnovamento culturale fatto d' arte, movimento e muscoli.
Tutto si muove, le persone si muovono dalle campagne verso le città, si muovono sulla strada veloci con le prime automobili, con le biciclette.
Si muovono sulle rotaie con le loro valige di cartone, si muovono sulle acque alla conquista di una nuova terra patria.
Ci si muove in terra come in cielo avendo la sensazione divina del tutto è possibile...
L' uomo si ingabbia nel tempo, un tempo fatto di lavoro, lavoro, lavoro e stupido, stupido,stupido divertimento.
Si crea l' inferno in terra: welcome to cultura di massa.
E i futuristi ne avevano annusato la beffa: la produzione in serie sarà la madre generatrice di una cultura degradata, livellata, piatta. E come non dar loro ragione a distanza di cent' anni, dal loro grido fatto di coraggio, audacia e ribellione. Noi abbiamo preferito vivere cullati dal piacere di possedere prodotti di cui non abbiamo assolutamente bisogno, ma guai a non averli, a costo di indebitarci.
Dolce frenesia nella quale avanziamo convinti di non avere mai tempo, eppure il tempo
l' abbiamo, eccome se l' abbiamo, ma ci da più piacere sprecarlo.
Ci definiscono società idividualizzata, una società che esalta l' insicurezza e la paura e nello stesso tempo una società che cerca appigli per esorcizzare questa situazione di disagio e sentirsi parte di un "noi". Ma quale "noi"? Facebook?
Uomini soli, donne sole, bambini soli, vecchi soli, ognuno di noi è solo e adesso siamo anche in crisi, e si siamo in crisi, quella vera o forse ci è rimasta solo questa.
Ma nulla è mai perduto:
Alzare la testa!...
Ritti sulle cime del mondo, noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida alle stelle.
100 anni dal manifesto futurista.

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